Gianfranco Contini, intellettuale partigiano
Gianfranco Contini è stato uno dei nostri maggiori filologi, un intellettuale di livello europeo. Nato a Domodossola nel 1912 (vi morì nel 1990), riconosciuto come una delle più autorevoli personalità della critica e della ricerca storica e linguistica sulla letteratura italiana, Contini ha lasciato una traccia profonda della sua cultura e della sua capacità d’insegnamento dall’Università svizzera di Friburgo a quella di Firenze e alla Normale di Pisa. Un’opera importante, proseguita alla direzione del Centro di studi di filologia dell'Accademia della Crusca e alla presidenza della Società Dantesca Italiana come accademico dei Lincei. Fu anche impegnato in una straordinaria attività letteraria e divulgativa, coltivando stretti rapporti con gli ambienti e le figure più importanti della cultura italiana del Novecento. Contini, antifascista militante, esponente del Partito d’Azione, quando venne proclamata la Repubblica dell’Ossola (che durò dal 10 settembre del 1944 al 23 ottobre dello stesso anno), lasciò la cattedra di Friburgo e si recò a Domodossola dove, insieme al critico e docente di letteratura Carlo Calcaterra, anch’esso ossolano, fece parte della Commissione didattica consultiva della Giunta di governo della Repubblica partigiana che aveva in don Gaudenzio Calabrò il suo Presidente. In questa veste contribuì a redigere un progetto di riforma scolastica che prevedeva un inserimento della cultura italiana nel più ampio contesto europeo. Contini e Calcaterra propugnavano inoltre una moderata educazione umanistica non in senso elitario-aristocratico ma nello spirito d’una educazione armonica del cittadino intesa a promuovere lo sviluppo globale dell’individuo. Ne derivava l’immagine d’una scuola rigorosamente pubblica, non impostata ideologicamente ma pluralista e democratica che seguiva gli sviluppi storici, strutturata secondo i modelli pedagogici più moderni, a riprova della formidabile tensione morale e civile che animava Gianfranco Contini.
Marco Travaglini