Giorni di Resistenza e libertà

“Giorni di Resistenza e libertà. Colloqui sulla vita, la morte, la guerra con tre uomini della Beltrami” (Temporale, Venezia) , è il titolo del libro curato da Filippo Colombara. La pubblicazione, edita dall’associazione culturale Società di Mutuo Soccorso Ernesto de Martino e dalla sezione di Omegna dell’Anpi, contiene le interviste in gran parte inedite, le più datate raccolte circa quarant’anni fa e le più recenti poco meno di trenta, dalle voci di Bruno Rutto, Dario Cola e Bortolo Consoli (Bùrtul). Sono storie partigiane di uomini che salirono in montagna dalla prima ora, attivi nella medesima formazione – dal gruppo patrioti Quarna alla Divisione alpina “Filippo Beltrami” -, che non esitarono a “scegliersi la parte”. Incalzati dalle domande , i tre “vecchi di Camasca”, tutti di Omegna, parlano della Resistenza armata, della vita in banda, dei risvolti tragici della lotta di Liberazione: le morti in combattimento, le stragi di civili, le fucilazioni di spie e di compagni di lotta che, tradendo se stessi, si erano trasformati in banditi. Nelle loro narrazioni ( incise al magnetofono tra il 1981 e il 1984 per Rutto e Cola e tra il 1998 e il 1991 per Consoli, quando l’età anagrafica aveva superato i sessant’anni solo per “Bùrtul”) si disvelano le peripezie e le difficoltà con le quali il gruppo combattente dovette fare i conti giorno dopo giorno, nelle azioni contro il nemico come nella convivenza con la popolazione, contando sull’aiuto, il sostegno e la solidarietà della popolazione, esacerbata dalla durezza dell’occupazione nazifascista. Un rapporto importante e prezioso, costruito su un equilibrio delicato, che andava preservato con attenzione, tenendo conto che chi aiutava i partigiani si esponeva alla rappresaglia, rischiando la vita e i propri averi. E tutto questo stabilendo chiare norme di comportamento per i partigiani e mantenendo la disciplina all’interno del gruppo, per evitare di compromettere l’efficienza e la sicurezza dell’intera formazione. I racconti di Rutto, Cola e Consoli affrontano le vicende vissute andando oltre lo spartiacque del 13 febbraio 1944, giorno della battaglia di Megolo, in cui trovarono la morte – sull’altura del Cortavolo – il capitano Filippo Maria Beltrami e undici dei suoi uomini. “Lungo i settant’anni che ci separano da quei fatti  - scrive Colombara – sono stati pubblicati libri e centinaia di articoli, con la particolarità di fermarsi al 13 febbraio del ’44. E dopo? Dopo, la guerra della formazione partigiana è continuata per oltre un anno, ma ha avuto poca attenzione storica”. Con le testimonianze raccolte nei “Giorni di Resistenza e libertà” si è colmato un vuoto, ponendo riparo a quella che a lungo è stata una storia “dimezzata”, con una prima parte conosciuta e pubblica e una seconda appartenente alla memoria dei protagonisti e, in quanto tale, pressoché sconosciuta, debole, difficile da preservare, destinata all’oblio. Tra quel “qualcosa” che sì è salvato ci sono queste testimonianze e i colloqui raccolti. Da qui la straordinaria importanza di questo libro che non solo risarcisce i tre protagonisti e chi con loro impegnò se stesso in quegli anni di fuoco e di neve in cui la Resistenza riscattò l’Italia da vent’anni di dittatura fascista, ma è anche un importante filo della memoria che è giusto far conoscere.


Marco Travaglini