Gli ottant'anni della Carta di Chivasso

Palazzo Tesio, edificio in stile tardo barocco risalente al 1700 che si affaccia con la sua sobria facciata in mattoni a vista sulla centralissima piazza d’Armi di Chivasso, è un luogo di enorme importanza storica per il nostro Paese. Nelle sue stanze venne sottoscritta il 19 dicembre del 1943 la dichiarazione dei rappresentati delle Popolazioni Alpine, nota come la Carta di Chivasso. Il documento, redatto a conclusione di un convegno clandestino, fu firmato alla presenza dei rappresentanti del CNL chivassese nello studio del geometra Edoardo Pons, da Emile Chanoux ed Ernesto Page della resistenza Valdostana, Osvaldo Coisson, Gustavo Malan, Giorgio Peyronel e Mario Alberto Rollier della resistenza Valdese. La Carta di Chivasso, della quale ricorre l’0ttantesimo anniversario, oltre ad aver ispirato gli articoli 5 e 6 della Costituzione italiana, costituisce la base del moderno pensiero autonomista e federalista italiano ed europeo. Stampata e diffusa clandestinamente e, infine, pubblicata sul n. 5 de L’Unità europea, l’organo di stampa del Movimento federalista europeo, nel luglio-agosto 1944, venne riedita, dopo la Liberazione, nei Quaderni dell’Italia Libera del Partito d’Azione con un commento di Chanoux ( torturato e ucciso dai nazifascisti ad Aosta il 18 maggio del 1944) dal titolo Federalismo ed autonomie. Un documento importante, moderno e attuale per le questioni che pone, in gran parte ancora aperte, a testimonianza della lungimiranza degli estensori che seppero legare l’anelito di libertà e di riscatto dall’oppressione della dittatura fascista a una idea nuova e aperta sul ruolo delle comunità locali, dei territori montani e del pensiero federalista in chiave europea.

Marco Travaglini