Il coraggio di Cleonice
Cleonice Tomassetti, detta Nice, venne fucilata dai nazisti il 20 giugno del ’44 a Fondotoce, una frazione di Verbania. Aveva 33 anni e morì, unica donna, insieme ad altri 41 antifascisti. Penultima di sei fratelli, era nata il 4 novembre 1911 a Petrella Salto, nella frazione di Capradosso, un villaggio sulle montagne tra il Lazio e l’Abruzzo. Donna capace di compiere straordinarie scelte andò dal suo piccolo paese a Roma e in seguito a Milano e sulle sponde piemontesi del lago Maggiore, nell’ultima tappa del suo cammino che la condurrà alla morte. Lì si unì ai combattenti per la libertà. La fotografia del corteo dei martiri di Fondotoce la ritrae in prima fila. Sono 42 uomini e una donna che vanno a morire. I nazifascisti li fanno sfilare sul lungolago di Intra e poi, paese per paese, fino al luogo della fucilazione. Due prigionieri, davanti, reggono un cartello: “Sono questi i liberatori d’Italia oppure sono i banditi?”. Cleonice è in mezzo, sotto la scritta. Uno solo dei 43 si salverà, ferito. Carlo Suzzi, sopravvisse per miracolo, tornò a unirsi ai partigiani della divisione Valdossola e scelse come nome di battaglia “Quarantatré”. Finita la guerra poté testimoniare il comportamento di questa donna straordinaria: “Bisognava vedere il coraggio di questa ragazza, che durante il percorso ripeteva a tutti: “Mostriamo a questi signori come noi sappiamo morire”. E lei per prima è caduta da eroe”. La sua storia è stata raccontata nel libro di Nino Chiovini “Classe III B: Cleonice Tomassetti, vita e morte” (Edizioni Tararà). Carlo Suzzi, l’allora diciottenne sopravvissuto alla fucilazione, è scomparso all’età di 91 anni, nel luglio 2017.
Marco Travaglini