La Resistenza spiegata a mia figlia

Sono passati settantasette anni dal 25 aprile 1945 che segnò la fine dell’occupazione tedesca, la caduta del fascismo e la nascita della democrazia. I venti mesi della Resistenza, dal settembre del ’43 alla Liberazione, rappresentarono concretamente il meglio di quanto gli italiani fossero capaci: un’assunzione di responsabilità, un risveglio collettivo, una volontà di riscatto. Nel suo libro “La Resistenza spiegata a mia figlia”, lo storico Alberto Cavaglion, uno dei più importanti studiosi dell’ebraismo, mette a nudo le sue intenzioni: spiegare la Resistenza alla propria figlia che vive in un tempo ormai lontano dai fatti che portarono alla Liberazione ma che ha il diritto di conoscere e capire le vicende di quel tempo. Nel rapporto tra il padre e la figlia s’avverte anche la volontà di dire tutto, senza omissioni. Viene accantonata la retorica e si affronta la verità dei fatti, ripercorrendo la nascita, gli sviluppi e anche le contraddizioni di quel breve ma decisivo periodo della storia del nostro paese. Come scrisse Goffredo Fofi si tratta di un libro “antieroico e antiretorico per eccellenza”, uno “strumento essenziale per spiegare la Resistenza ai giovani” . Scorrendo le pagine s’incontrano le tante storie della lotta di Liberazione, anche quelle scabrose e “maledette”, per il dolore che i protagonisti procurarono a se stessi e ai loro cari ma anche per l’essere slegate da una precisa appartenenza politica o religiosa; storie di confine, che hanno per protagonisti anti-eroi non incasellabili in alcun schema predefinito. Quello di Cavaglion è un racconto forte, immediato, per certi versi provocatorio e senz’altro illuminante, utile. L’autore, uno dei principali conoscitori di Primo Levi e della sua opera, nel libro afferma: “La storia viene meno a se stessa quando prevede fra i suoi fini quello di dare un premio ai buoni e un castigo ai cattivi”. Un concetto chiaro, onesto. Anche perché, come si legge nell’ultima edizione edita da Feltrinelli, “l’obiettivo è cercare una via d’uscita alternativa alla ricostruzione spesso rancorosa degli eventi. Non una storia di fatti sanguinosi, di efferatezze, di morti e di corpi violati, ma un tentativo di individuare le motivazioni profonde di un periodo di grandi speranze e di crescita collettiva”. Sono queste le ragioni che rendono “La Resistenza spiegata a mia figlia” un libro intelligente, sincero e sofferto che tutti e non solo i giovani dovrebbero leggere perché ci aiuta a capire l’inalterata importanza di una delle principali ricorrenze del nostro calendario civile.

Marco Travaglini