La vita meravigliosa di Jovica Jovic

 La meravigliosa vita di Jovica Jovic” (Feltrinelli) è un libro straordinario e divertente scritto tempo fa da Marco Rovelli con la collaborazione di Moni Ovaia. E’ la storia di Jovica, fisarmonicista rom serbo che, attraverso la sua vita intensa e straordinaria, racconta vicende per molti sconosciute, legate alla cultura del popolo rom. Storie, leggende, ricordi, lettere, fiabe e tanta, tanta musica: il racconto di una vita per entrare nel mondo dei gitani che parlano la lingua romanì. Jovica Jovic è nato 70 anni fa da una famiglia di musicisti rom a Belgrado, in Serbia. Suo padre e suo nonno erano violinisti ma Jovic, all'età di nove anni, scelse la fisarmonica, strumento nuovo per quei tempi. A dodici anni suonava ai matrimoni e alle feste. A diciotto decise di cercare fortuna in altri paesi che potessero offrirgli maggiori possibilità di quante potesse averne in Serbia. Dal 1971 al 1996 ha fatto il musicista in vari paesi d'Europa e dal 1996 vive stabilmente in Italia, a Parabiago, continuando ad esercitare la professione del musicista. La sua è una fisarmonica cromatica, uno di quei modelli introvabili con i bottoni al posto della tastiera, estremamente difficile da suonare. La storia di Jovic è  come un’avventura della memoria, in cui ciò che si è ascoltato si fonde a ciò che si è visto. “Mio bisnonno è morto a centosei anni con il violino in mano. Io ho cominciato a suonare da bambino. La musica tzigana si suona in maniera diversa: non con le note, ma con il cuore. Chi suona con il cuore quello che sente, piange. Prima piange quello che suona, poi piange quello che sente. E questo a noi ce l’ha lasciato Auschwitz”. Jovica ha suonato in tutta Europa, in teatri, balere, matrimoni, sagre, festival. Si legge nel libro: “Bisogna sempre attraversare terre sconosciute prima di capire e giudicare. Non è restando nel recinto che si cresce”. Queste storie compongono un coloratissimo disegno. E sotto gli occhi del lettore prende vita l’universo rom, al di fuori degli stereotipi ma ricco di personaggi, situazioni e avventure rocambolesche, calato nella storia del Novecento che si dipana tra la deportazione del popolo rom ad Auschwitz (dove vennero uccisi gli zii partigiani e rinchiusi genitori e il nonno) e le guerre balcaniche, ma anche immerso nelle tradizioni, negli usi e nei costumi di una cultura millenaria, e soprattutto vivo, orgoglioso e sorprendente.


Marco Travaglini