Le Alpi ribelli
Enrico Camanni , noto scrittore e alpinista, con il libro Alpi ribelli. Storie di montagna, resistenza e utopia,edito da Laterza, propone un percorso a ritroso nella storia secolare delle Alpi che sono state, da sempre, rifugio delle anime libere, degli spiriti ribelli e resistenti. Dai montanari eretici che si sacrificarono con Fra’ Dolcino ai piedi del Monte Rosa, ai partigiani che fermarono i nazifascisti sulle montagne, dal Piemonte al Nordest, il libro di Camanni raccoglie le storie dei montanari e degli alpinisti che seppero fare di testa propria. Disubbidenti capaci di costruire sulle montagne rifugi di resistenza, avamposti di autonomia e laboratori di innovazione sociale. Alpeggi, valli, boschi utilizzati come luoghi di rifugio e di formazione per generazioni di ribelli che scelsero le terre alte come teatro della loro lotta contro le lusinghe e gli inganni del potere, custodendo e facendo crescere ad alta quota quegli aneliti d’autogoverno che le popolazioni alpine hanno sempre manifestato. Dalla leggendaria lotta di Guglielmo Tell in poi c’è come un filo sottile che lega le terre alpine alla tentazione della ribellione. In oltre settecento anni di storia, le terre alpine hanno visto innumerevoli storie e realtà, dai ribelli valdesi della Val Pellice a Tita Piaz, “l’unico socialista della Val di Fassa”, dalla comunità dei minatori di Cogne agli estensori della Carta di Chivasso del 1943,dalla tutela delle minoranze linguistiche alla costruzione di ponti per andare oltre confini e frontiere, come fece Alexander Langer, il “mite combattente”. Questo libro racconta le loro storie. Sono voci fuori del coro, animate da idee forse utopistiche, testardamente impegnate a non cedere al consumismo e ai falsi miti delle “terre basse”. Voci che, di tanto in tanto, riprendono vigore e si manifestano in movimenti dalle forme nuove e dirompenti, rivendicando la loro diversità geografica e culturale. E così le montagne, come un tempo, diventano il rifugio naturale di ribelli, eretici e resistenti. “Cinquant'anni fa qualcuno sognava l'Europa unita e nel sogno immaginava di aprire la frontiera alpina alle merci e alle persone; adesso c'è chi vorrebbe richiuderla con recinti e muri, per impedire il passaggio di chi ha bisogno e viene da molto lontano”, dice Camanni. E fa intendere che, in fondo, non è vana la speranza di una nuova e potente eresia che metta in movimento le resistenze contro le intolleranze e solidarietà nei confronti di chi richiede asilo, senza confini tra le montagne.
Marco Travaglini